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"Mio
Dio, mio tutto!"
Il
mistero di Francesco d’Assisi è il suo rapporto con Dio, sino al
punto da poter affermare che la sua è stata “Una vita dipinta da Dio”:
qui c’è la radice di tutto e se non si parte da qui, non si può capire
nulla della sua vita. Francesco non fa delle teorie, ma vive. Vive una
esperienza semplice e forte che prende tutto il suo essere, tutta la sua
vita e così facendo, ci indica una via, uno stile con cui affrontare il
cammino della nostra vita.
Francesco
non è una persona di preghiera, ma, per la strada del Vangelo, diventa
persona di preghiera e si propone come compagno di viaggio nel nostro
cammino… un cammino che coinvolge non un “settore” ma tutta la
persona… un cammino che ci invita a superare i nostri orizzonti troppo
bassi… un cammino che va affrontato con pazienza, fiducia, speranza,
costanza… un cammino che rivela che il centro della mia persona è al di
fuori di me, non mi appartiene.
Diceva
Francesco: “Come nelle immagini del Signore e della beata Vergine
dipinte su tavola si onora e si ricorda Dio e la Madonna, e il legno e la
pittura non attribuiscono tale onore a se stessi, così il servo di Dio è
come una pittura, una creatura fatta a immagine di Dio, nella quale è Dio
che viene onorato nei suoi benefici. Il servo di Dio, dunque, simile a una
tavola dipinta, non deve riferire nulla a se stesso; l’onore e la gloria
vanno resi a Dio solo” (FF1660).
Ogni
uomo vivente è una gloria di Dio ed è come una tavola, una tela, pronta
ad essere dipinta con “i colori della vita” dal dito di Dio che
è lo Spirito Santo.
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