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Una Speranza per tutti
L’umanità
oggi si trascina nella stanchezza, in una decadenza segnata da gravi
incertezze. L’Africa con il cumulo di povertà, di malattie endemiche, di
violenze e di guerre, esodi… un continente “inutile”, senza speranza.
Non meno drammatica è la situazione dell’immenso continente asiatico,
dove vivono i tre quarti della popolazione mondiale. Sono ancora
sterminate le masse che vivono sotto il livello di povertà, non avendo
accesso ai beni primari, diventando sempre più povere nel corpo e nello
spirito. Anche l’America Latina, nonostante le ricchezze e potenzialità
soffre ancora di miseria e disuguaglianze, esprimendo un costante
anelito di dignità e libertà. Negli stessi paesi ricchi dell’Occidente
l’uomo ha perduto la fiducia nell’avvenire, non trovando più ragioni
valide della sua esistenza. La mancanza poi di speranza sta minando nel
profondo la volontà stesa di vivere. Tutta l’umanità è disperatamente
alla ricerca della speranza, e noi cristiani siamo chiamati ad essere
segni di speranza, perché portatori del messaggio di liberazione che
troviamo nella contemplazione di Cristo, pane spezzato per la vita del
mondo, nel quale Dio Padre ha adempiuto le sue promesse. La nostra
speranza ha un nome, si chiama Gesù. Come ci ricorda Papa Benedetto XVI:
“Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla –
di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in
quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in questa
amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della
condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è
bello e ciò che libera” (Omelia 24/04/05). E i segni della speranza per
il mondo sono la croce e il Vangelo, perché solo in Gesù il mondo trova
pace, salvezza e liberazione!
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